Testo dell’iniziativa

Iniziativa generazioni

Iniziativa popolare federale ‘Sì a rendite eque e sicure (Iniziativa generazioni)’

(pubblicato nella Gazzetta federale il 07.09.2021)

La Costituzione federale1 è modificata come segue:

Art. 112 cpv. 2 lett. e
2 In tale ambito si attiene ai principi seguenti:

e. l’età di riferimento (età ordinaria di pensionamento) è adattata periodicamente; determinante è l’evoluzione dell’aspettativa di vita.

Art. 113 cpv. 2 lett. f–i
2 In tale ambito si attiene ai principi seguenti:

f. le rendite di vecchiaia sono finanziate secondo il sistema di capitalizzazione; è evitata una ridistribuzione contraria a tale sistema; in questo modo le persone attive e i pensionati condividono la responsabilità nei confronti delle generazioni future;
g. le rendite future e in corso sono adattate periodicamente ai redditi da investimento, al potere d’acquisto e all’aspettativa di vita; determinante è la situazione finanziaria degli istituti di previdenza;
h. l’età di riferimento (età ordinaria di pensionamento) è adattata periodicamente; determinante è l’evoluzione dell’aspettativa di vita;
i. le persone occupate a tempo parziale non sono svantaggiate.


Spiegazioni

  1. La libertà di scegliere il proprio capitale di risparmio

Una riforma sostenibile è possibile solo attraverso la stabilizzazione della durata delle rendite della previdenza professionale. L’aspettativa di vita dal 1948 al 2017 è salita in media di ben 9 anni e non ci sono indizi di un cambiamento del trend. La possibilità di finanziare a lungo termine la previdenza professionale non può essere ottenuta, senza sacrificare – come purtroppo oggi avviene – le rendite delle generazioni più giovani, se non adattando la data di accesso al diritto alla rendita.

La durata della vita non può essere influenzata. La durata della rendita sì. Il primo passo è la presa di coscienza da parte dei datori di lavoro che ci vogliono posti di lavoro anche per gli over 65. Decisiva sarà la capacità di creare condizioni di lavoro adatte per loro. Ci vuole una soluzione “win-win”. La possibilità di scegliere l’età pensionamento è la condizione necessaria per poter fissare le prestazioni della previdenza professionale ad un livello finanziabile, quindi con parametri assicurativi di conversione tecnicamente corretti.

Se le persone lavorassero un po‘ di più la discesa dei tassi di conversione potrebbe essere compensata.

  1. Rendite flessibili

Il dogma per cui «i pensionati devono poter contare sulla sicurezza di una rendita identica per tutta la vita» è un errore d’impostazione purtroppo diffuso nella popolazione. Decisivo non è l’importo della rendita (il suo valore nominale) ma il potere d’acquisto che essa garantisce (il suo valore reale). Quel risultato può essere realizzato se si fa dipendere l’importo della rendita non solo dall’importo del capitale risparmiato ma anche dal tasso di rincaro e dalle prospettive di vita. Non si è abituati a ragionare così, ma funziona. Il potere d’acquisto si stabilizza e si realizza così l’obiettivo fissato dalla costituzione federale.

Il passaggio a questo tipo di soluzione si impone anche perché non si possono definire preventivamente rendite di vecchiaia fisse. Sono sempre o troppo alte o troppo basse, poiché le condizioni base per il loro calcolo (Aspettativa di vita e rendita dei capitali risparmiati) non sono né conosciute né influenzabili.

  1. Contributi pensionistici più alti

Sono inevitabili contributi più importanti durante la vita attiva. Non è contestato. Ma maggiori costi senza sostenibili misure compensatorie sono un pozzo senza fondo.

Donazioni

Un’efficace raccolta delle firme presuppone la raccolta di contributi privati. Più sono i mezzi finanziari a disposizione, più velocemente si può raggiungere l’obiettivo di garantire una previdenza professionale che rispetti tutte le generazioni.

Donnazioni

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